"Piccoli, piccoli uomini...", il terzo romanzo della collana di Eugenio Moresco
Eccoci al terzo appuntamento con la pubblicazione della collana dedicata a mio padre, Eugenio Moresco. Siamo a metà del cammino, per così dire, perché mancano all'appello ancora tre romanzi da pubblicare.
Questo romanzo, in particolare, merita di spendere qualche parola in più in quanto differisce dai precedenti e dai seguenti per tono e tematiche.
Abbandonati temporaneamente i racconti di viaggio, l'autore in esso si dedica ai racconti di vita vissuta.
Non grandi o eroiche imprese ma le piccole vicende della vita di tutti i giorni, ovvero pregi e difetti dei colleghi con i quali siamo tutti, chi più chi meno, costretti a condividere l'ambiente di lavoro.
Per questo motivo, personalmente, trovo che non sia dfifficile riconoscersi almeno in parte nell'ambiente descritto, con la sapiente ironia che chi sa cogliere il particolare e mettere a fuoco gli aspetti più ironici dell'esistenza umana.
Ecco la descrizione:
Con "Piccoli piccoli uomini...", pittoresco affresco che tratteggia l'ambiente in cui l'autore ha lavorato per trent'anni (e di cui conosceva bene pregi e difetti), E. Moresco consegna ai suoi lettori un'opera a cesello; uno spaccato di vita sociale
di una ilare comicità, intessuto di genuina ironia.
Nelle sue pagine i personaggi prendono vita, acquistano spessore e ciascuno vive di vita propria: il sindacalista, il mancato casanova, il collerico...tutte le figure che con ogni probabilità si muovono e agiscono in un comune ambiente di lavoro. Un romanzo tutto da leggere e che ci fa dire: "Buon riso fa buon sangue", come l’autore amava spesso ripetere.
Il questo romanzo, il terzo della collana dedicata all’autore, emerge un’inedita vena umoristica particolarmente gradevole, nonché la capacità di E. Moresco di delineare con sapienti tratti, gli aspetti pittoreschi e talvolta grotteschi della
convivenza all’interno di un ufficio. Dietro una di queste maschere si nasconde in realtà lo stesso scrittore, che diviene il portavoce del buon senso in un mondo di uomini umanamente davvero piccoli piccoli.
Devo riconoscere, e questo lo affermo con obiettività, che si tratta del romanzo a mio avviso più divertente della collana, poiché raggiunge in taluni punti vette di alta ironia e ricordo ancora con affetto le occasioni in cui mio padre ne leggeva alcuni passaggi a parenti e amici, suscitando in tutti una sincera ilarità.
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