Linda
LINDA
La cucina
affacciata
sui rami dei castagni
ed una porzione
di terra sterrata.
Dai piccoli vetri
solo un riverbero di luce.
I muri anneriti
dal fuoco a legna
nella stufa di ghisa.
Tre panche alle pareti
invecchiate
con tante generazioni.
La porta stinta
verde
con la chiave nella toppa
aperta.
Al di là dello spiazzo
dove l’erba si è fatta alta
squarci vuoti
in case di pietra
abbandonate.
Un profumo
di funghi e di castagne
torna dal passato.
Il volto cotto dal sole
di ogni stagione
un fazzoletto sui capelli
uno stinto grembiule.
Io ti ho conosciuto
Linda.
Con i tuoi buoni occhi scuri.
Quando cuocevi il pane
su foglie di castagno.
Quando dall’orto di Eden
portavi pomodori più dolci
e raccoglievi prugne dorate
per la grappa.
Ti guardavo
tornare dalla stalla
col secchio di latte fumante.
O, sulla panca all’aperto,
pulivi la verdura colta.
E le sere di luglio
seduti sugli scalini
a raccontare storie di paese
mentre transitavano i ranocchi.
Nessuno vedrà più la tua stagione
Ma io che la conosco
La porto con me
Sempre
dentro al cuore.