26.5.2007

 26. 5. 2007


Ha  preso  a  piover  forte.


I  bagliori  accecanti,

dei  fulmini,

lampeggiano,

e  s’infrangono,

in  un  luce  rossa,

sui  vetri

della  portafinestra.


Piove,

sui  tetti  a  terrazza.


Piove,

facendo  lucido,

sgocciolando,

tutto il  fogliame,

presso  la  finestra.


Piove  sugli  abeti,

alti  come  un palazzo,

di  dieci  piani.


Piove  sui  ginepri,

dai  ciuffi  biondi.


Piove,

abbacchiando  i  fiori,

dell’oleandro  rosa.


Piove,

in  diagonale,

sulle   poggiolate,

sgualcendo,

i  petali,

ai  gerani  rossi.


Piove  sul  fogliame  a  cuore,

sui  grandi  fiori

a  palla  nei  cespugli,

d’ortensie,

ancora  verdi.


Tuoni  e  fulmini.


Pioggia  che  rimbalza,

sulle  ardesie dei  parapetti,

e  sulle  mattonelle

dei  poggioli.


C’è un  che

di  maestoso,

nei  fenomeni  “estremi”.


Nello  scaricar  la  luce,

dei  lampi

e  nel  rumoreggiar

dei  tuoni,

in  successione.


Sale,

rapido  come una  scheggia,

il  mio  pensiero,

alle  Potenze  di  Dio.


Fruga  il  ricordo,

dei  temporali,

nei  boschi  di  castagni,

sulle  strade  sterrate,

che si  facevano  cunette,

e  dossi.


Schizzano le  gomme

d’acqua, 

come il  velo  d’un  guado.


Benedetta  pioggia,

che  abbatti  le  polveri  sottili,

che  distendi  i  fogliami

assetati,  

che  s’erano  accartocciati.


Che allontani

la  siccità,

alla  terra,

assolata.


Che disseti

e  gagliardi  rendi,

coltivazioni ed  orti.


Benedetta  pioggia,

che  riempi i  letti,

a  ruscelli,

e  fiumi.


Che dai  da  bere

alla  foglia,

che  nasconde  sotto,

la  fragolina  rossa.


Benedetta  pioggia,

che  porti  l’acqua,

agli   usi,

degli  uomini,

sollievo !  


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