Mercoledì 2 maggio 2007

 MERCOLEDI     2     MAGGIO    2007


C’è  stata un’avvisaglia,

alle  21.25,

d’ieri  sera.


In  una  sequela,

di  tuoni,

che  brontolavano,

sopra  il  cielo  coperto.


Solo   alle sei,

si  è  aperto,

in un  breve  piovasco,

insieme  gli  uccelli,

che  iniziavano a  cantare.


Poi il  silenzio,

immobile  e  grigio,

di chi  sta  per  sferrare

l’attacco  decisivo.


Alle  7,

hanno  iniziato 

a  danzare,

tuoni e  fulmini,

per  le  celesti  praterie,

rovesciando  l’acqua,

con  violenza,

a  catinate.


Con  quell’adorabile,

tinnìo,

quando  rimbalza

sui  vetri  alle  finestre,

sulle  tegole  dei  tetti,

sulla  lamiera  delle  officine

e  sui  poggioli.

Quando s’  allarga

in  pozzanghere,

sulle  strade  sterrate,

o  scorre,

in  ruscelletti,

lungo i  marciapiedi.

Quando,

tumultuosa ed  inarrestabile,

straborda,

dalla  griglie  dei  pozzetti,

per  le  acque  metereologiche,

nei  quartieri.


Amo  la  pioggia.


Amo,

il  magico  riflesso,

delle  insegne colorate,

brillante,

nel  buio  della  sera,

sull’acqua,

che  piove  e  scorre,

sul  bagnato.

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