M’inebri, avanti l’alba
M’inebri, avanti l’alba
M’inebri,
avanti l’alba,
di luce e di colori,
più d’ una notte
di pinte di vino nuovo.
Scorre con me,
davanti al mio sguardo
stupìto,
meraviglia su meraviglia,
da trattener il fiato.
E’ l’”ora”
d’un ampio cielo blu,
che mi trascende,
tersissimo,
che dal centro
d’una macchia più intensa,
quale un vortice,
che par l’ assorba,
lascia luminosi
orizzonti,
scemando in un turchino
zaffiro d’un ton più chiaro.
Due gechi di nuvole rosa,
svaniscono al vento,
che vuole il cielo sgombro.
Dodici stelle,
brillanti vivi,
al posto della luna,
per far luce ai sentieri,
e tredici,
piccoline,
sparse per tutta la vastità
d’etereo.
Quant’è gentile,
la carezza,
dell’aria fresca e pulita,
sul volto,
che è scesa dall’Artico,
in vacanza sulle nostre coste.
E,
con la collina,
ingemmata
dalle pietre preziose
dei lampioni,
dal rubino al diamante,
dal topazio giallo,
allo smeraldo,
all’acquamarina,
canta,,
il frusciar delle foglie,
nel silenzio.