Sabato 26 maggio 2007
SABATO 26 MAGGIO 2007
Apro i vetri,
alla luce rossa,
dell’aria,
le sei.
Di quel livido,
che fa quasi rosa,
gl’intonaci ai palazzi.
Come avesse dentro,
limatura ferrosa.
Si è già scoperto,
l’umido,
d’ un biancore denso,
ceruleo nel cielo,
a Levante,
mentre dal Ponente,
avanza compatto,
il grigio cupo,
che si mangia la luce,
foriero di burrasca.
Dalle strade bagnate,
stanotte è piovuto,
in sordina.
Anche maggio,
sgocciola,
i suoi giorni,
tal la vita dell’uomo:
viene e se ne va.