Un inverno del 1954
UN INVERNO DEL 1954
Al vespro un fiotto rosso di sole
penetrava in vive lame:
mi ha fermato.
Dalle persiane socchiuse
in lingue di luce accesa
sullo specchio della consolle.
Guardando dove finiva la luce,
mi sono vista allo specchio.
Non usavo guardarmi,
né occuparmi troppo di me.
Già i semi dell’anima
si schiudevano in altre direzioni.
Ricordo come ho vissuto quell’attimo.
Pieno come ora.
Ho vissuto con prepotenza
la consapevolezza di essere.
E’ stato importante,
la prima tappa decisiva.
E’ stato bellissimo.
E’ nata in quel preciso attimo
al mondo
una bella persona nuova.
E’ come se quel momento
lo protraessi, da allora, all’infinito.
Non è cambiato niente,
anche se il tempo
segna i suoi giorni sulla pelle.
Non ho niente di diverso,
niente di invecchiato o stanco.
Io sono oggi, in me,
la stessa persona
di quel giorno.