Una giornata da calendario

 Una giornata da calendario 


Questa giornata,

perfetta,

“da calendario”.


Sotto il cielo,

che si è fatto più intenso,

sventola,

il bucato,

sulle stese dei poggioli.


Si sono materializzate

due stracci di nuvole,

dai contorni evanescenti,

d’un bianco abbagliante.


Lungo ogni ramo dell’albero,

sotto le foglie,

pendono cinquanta bozzoli

di spighette gialloverde,

per tutti rami della pianta

come tante palline,

a losanga,

quando riempiono tutto,

quello di Natale.


Subito dopo

la riga dei pioppetti,

più alti ed allargati

di verde,

scintillanti al sole.

Un altro ciuffo,

di quarantasei papaveri,

si è aggiunto a quelli,

che già rosseggiavano

l’aiuola del curvone,

in Salita della Provvidenza.


L’antico viale

d’ ippocastani,

dell’infanzia,

è ora un viale di acacie.


Han pure alzato,

una riga d’abeti,

alla cancellata della scuola.


Era il mondo,

che ho imparato

a conoscere,

degli acerbi anni.

Era

e non è più.


Uguale allora,

ma diverso,

nei particolari,

ora è questo,

il mondo che conosco.


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